Caravaggio – Narciso

Mancava Alberto Angela e qualcuno di quelle tribù leggermente primitive che si corredano la zona intima con dei coni perché il documentario sugli antropofagi fosse completo. Mancava anche Santoro, in parte, perché, di fronte a un fluire così nutrito di invettive, una parte di pubblico (o forse io) avrebbe gradito anche una bella pedata come un tempo Erminio Boso fu sul punto di assestare a un Vittorio Sgarbi che, ospite di Giordano Bruno Guerri, era andato su di giri. Diciamo così. Mancavano, insomma, un po’di elementi perché la puntata di AnnoZero andata in onda ieri sera potesse definirsi…definibile. L’obiettivo era parlare di Grillo. La stranezza, forse, invitare Sgarbi perché elargisse opinioni che comunque avrebbero disinteressato i più. E così lo show è cominciato. Il pagliaccesco critico d’arte (si trattengano gli sghignazzi) s’è ravviato la zazzera, ha sgranato gli occhi come sotto effetto di stupefacenti assunti per supposta e poi ha mirato Travaglio. Tutto il parolacciume in dotazione è partito come da performances collaudate ma stavolta, per la seconda volta nella sua vita, Sgarbi ha trovato di fronte a sé un muro. Il primo episodio avvenne nel ‘91 con Mike: impossibile abbattere Bongiorno. Quella volta uno Sgarbi emaciato e più acerbo schiumò rabbia vanamente contro un Michael Nicholas che, irriducibile, dopo un’ora di battibecco, costringeva all’angolo il miope ferrarese. Ieri invece il più potente disinteresse ha giocato a favore di Marco che si è limitato ad intervenire solo per rettificare l’assessore alla cultura di Milano chiarendo che anche Il Giornale di…un Berlusconi, va a capi’quale, gode dei benefici economici oggetto dei vaffanculo grilleschi. Unitamente ad alcune delucidazioni di carattere giudiziario che però al pettinoso pagliaccione sgarbesco sono scivolate addosso senza colpo ferire. Riguardavano Mastella, De Magistris e altri nomi che però devono essersi confusi e caotizzati nell’instabile equilibrio del Vittorio assieme al concetto di Topo Gigio, citato a sopresa in overture, del culo e della puttanata, di Enzo Biagi morto senza capire di essersene voluto andare proprio spontaneamente e tante altre feconde amenità. E forse anche a corredo di un’opinione avanguardista proposta da Sgarbi alcuni mesi fa in materia di cenacoli. Ieri mattina c’eravamo svegliati convinti che Leonardo da Vinci fosse la sublimazione del genio. Che facce da tonti!! Ci voleva Sgarbi per farci capire che si trattava di una fenomenale puttanata (segue documento).E allegria!

RobCor