Ufficio Réclame – NUVENIA IN ARIA ovvero ASCIUTTE E CONTENTE
Scritto da RobCor in Vari45 Commenti »
Nella nobiltà dell’epoca delle pubblicità intese come Carosello, il problema sarebbe stato se qualcosa avesse interrotto gli spot. Erano gustosi, geniali, surreali e del tutto scollati dal prodotto di cui si facevano paladini. Carosello chiude nel 1977 e comincia l’era della pubblicità moderna. La durata dello spot si riduce fino ad attestarsi ai 30 secondi attuali e non di più. 30 secondi: il genio che deve esprimere se stesso nel massimo della sintesi. Un idillio. Ma la pratica poi restituisce esempi non fulgidissimi o almeno discutibili (se non proprio ridicoli) di approdi pubblicitari.
La televisione viene analizzata in ogni suo passaggio. Scomposta, esaminata, vivisezionata. E questo con l’aumentare dello schifezzume dilagante. E la pubblicità ? Perchè lasciare incolumi gli autori degli spot in cui una signora dice che la dentiera le “irrìta” le gengive? Perchè permettere ai caffè di farsi propagandare da trapassati?? Dal primo ottobre dalle pagine de Il Fatto Quotidiano con Ufficio Réclame abbiamo deciso di occuparcene noi. E quando ho proposto l’idea al direttore Antonio Padellaro, entusiasmo e lucidità hanno contraddistinto la sua reazione. “Mi piace una rubrica di critica degli spot. Non l’ha fatta mai nessuno, la farai tu. E se avevamo già pochissima pubblicità , è chiaro che dopo la tua rubrica non ne avremo per niente“.
Nel primo mese di vita del Fatto Quotidiano e all’indomani del numero 4 di Ufficio Réclame, dedico un post alla rubrica e una nuova voce in archivio che forse si capirà dedicata a Ufficio Réclame perchè intitolata Ufficio Réclame.
Tutto questo con una doppia dedica: a chi vorrà bene allo spazio e al suo autore tanto da leggerlo dal giornale o da qui e all’intramontabile memoria del pennello Cinghiale. Che non è un pennello grande ma un grande pennello. Un doveroso riconoscimento ad un highlander.
Buona lettura!
Rob
22 ottobre 2009
NUVENIA IN ARIA ovvero ASCIUTTE E CONTENTE
Vent’anni fa una paracudista equipaggiata con Nuvenia Pocket si librava nel vuoto per significare la sua comodità . Nascevano, di lì a poco, gli spot degli assorbenti con le ali, quelli che miglioravano l’atterraggio, probabilmente, e l’interesse pubblicitario si estendeva a tutte le varianti del settore, per forme e destinazioni d’uso. Non siamo contro le réclame a pannolini o pannoloni. Imploriamo solo che si evitino inutili torture. Perché costringere innocenti bimbi a un peripato infinito solo perché la nonna ha trovato un assorbente antiincontinenza favoloso e ora ci tiene a bullarsene passeggiando per ore? Perché immaginare escursioni ciclistiche su terreni boscosi accidentati da affrontare a gambe aperte, zigzagando tra alberi secolari, visto che con Tena Pants farsela addosso è quasi un divertimento? Una sequoia in piena fronte tramortisce fatalmente anche se coglie asciutti e contenti. O meglio, asciutte e contente, perché per un motivo che ci sfugge le pubblicità antiafrore e/o perdita di qualsivoglia tipo vedono massicciamente quasi solo le donne vittime e protagoniste contemporanemente. Consigliamo una correzione di tiro ai pubblicitari: una nonna incontinente è una pacifica figura innocua. Un operaio olezzante d’estate può uccidere!
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