IL MISFATTO. OLE’

Scritto da RobCor in il Misfatto
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Mi chiedono una mia versione dei fatti riguardo la nostra defenestrazione. Qualcosa che non abbiamo già detto nell’editoriale di domenica scorsa. Qualcosa che non sia emerso dal dibattito nel facebook del Misfatto o dall’articolo di Luca. Non è facile. Riassumo. Dov’è il problema del Misfatto? A Travaglio non piacevamo. Perché? Boh. Qualche tempo prima m’aveva pure fregato il soprannome di Al Tappone per Berlusconi. L’aveva pure apprezzato, Berlusconi. Caruccio. E invece Travaglio aveva detto di esserselo inventato lui. Mi scompiscio. Riguardo al Misfatto mi espresse il suo disappunto via mail. Circostanziando. Mi scrisse: “Non mi avete chiesto neanche tre righe”. E non gli piacevamo. Gli abbiamo chiesto di unirsi a noi, di essere dei nostri. Ma niente. Ha scritto: “Io su quelle cagate la faccia non ce la voglio mettere”. E allora ho provato a parlargliene in redazione. Ma quando lo incontravo, sorrideva e me fissava le caviglie. Quando andava bene, le ginocchia. Non sono riuscito a creare un dialogo tra Travaglio e le mie ginocchia. La causa della defenestrazione è stata tutta lì.
Un giorno, forse a Sofia, ha riunito una conferenza stampa dicendo “L’uso che Corradi… come si chiama quell’altro?… Telese… ma l’altro, Ferrante e Fucecchi hanno fatto del Misfatto pagato coi soldi di tutti un uso criminoso e io credo che sia un preciso dovere da parte delle nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga”.
Ho una dritta su chi occuperà la prossima domenica: Max e Tux. E la lira si impenna.
RobCor

FISCHI MASCHI

Scritto da RobCor in il Misfatto
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di Roberto Corradi

Il problema non è che i leghisti sono usciti dalle aule istituzionali al momento di celebrarei150 anni. No, anzi. Il fatto è che poi purtroppo so’ rientrati! Quello era il momento buono per cambiare le serrature e le targhette ai campanelli. Così, giusto per disorientarli e proseguire un’emozione. Li avremmo visti girare a vuoto,entrareneitram,piangerenegliangoli.E invece no. Al massimo hanno approfittato per andare al bar. O a “Omnibus” travestiti da Borghezio.
Perché, ammettiamolo: quello di Borghezio è un costume. E su! Ma non è un umano vero, quello, dai. Ma come potrebbe fa’ uno con quella faccia e con tutto il resto a sentirsi superiore a qualcuno? Capisco avere gli specchi di legno a casa ma qui si esagera! E forse l’esagerazione ha scandito il compleanno italiano un po’ a tutti i livelli. La Rai ha puntato sulla metafora. A mezzanotte Bruno Vespa dava la linea a Manuela Arcuri che introduceva Ignazio La Russa. Cioè, riflettendo sul trio… voglio di’… uno spaccato interessante dell’Italia del 2011! Praticamente un Bignami. Di contro, nevvero, la folla puntava sulla dialettica, su un approccio diplomatico che voleva vagheggiare una specie di malcontento. Chi vi scrive si trovava a sua insaputa, come Scajola, a passare davanti al Vittoriano proprio nel momento in cui l’attriciona disinvolta come un corrimano presentava La Russa. Segue telecronaca postuma . Mentre svoltavo per imboccare via dei Fori Imperiali, il microfono amplificava l’Arcuri declamare: “E adesso, a unirsi per gli auguri di questo importante anniversario [pausa di riflessione] abbiamo il ministro della Difesa Ignazio La Russa”. Su “ministro” era possibile vedere la torsione delle teste in direzione della scena, con espressione interrogativa che significava “Ma chi cazz…?”. A sentire “Ignazio”, si scatenava l’ira di Dio! L’ira di Dio nella sua forma più aggiornata. Praticamente l’euro di Dio. La televisione ha restituito un decimo del boato mostruoso che ha visto uniti grandi e piccini come non mai negli ultimi 150 anni. Alla mia sinistra, proteso oltre una balaustra, un tizio dalla corporatura importante affidava il suo parere a un simbolico ruttone monumentale (con tanto di mani a megafono) che probabilmente riequilibrava l’asse terrestre di quei 10 cm persi col terremoto nipponico. Seguiva, ma ne prendevo atto poi, significativa espressione da coma vigile del La Russa stesso. Identica sorte capitava un momento dopo ad Alemanno che però, con voce bianca da Farinelli isterico, tentava un pietoso dirottamento verso il Colosseo. Domanda: ma il magico duo aveva guadagnato la scena pregustando un trionfo? E se sì, ce vo’ proprio tanto a sconfiggere gente portatrice di cotanto acume? La risposta nei prossimi 150 anni. E adesso tutti verso il Colosseo, a vedere i fuochi, yuu-uuu!

da “il Misfatto” n° 55 del 20 marzo 2011

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(l’istante immediatamente precedente all’arrivo del ministrone)

CONCORSONE

Scritto da RobCor in il Misfatto
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Il concorsone del Misfatto

di Roberto Corradi

Kermesse sanremese. Qualcuno doveva dirlo. Ecco fatto, tolto il pensiero, invochiamo la par condicio: perché mai, signori della Giuria, altrimenti detti lettori e amici, perché mai, si diceva, solo i cantanti in questo Paese gareggiano? Perché? Sono forse solo essi, nevvero, a sgolarsi per inseguire leggende? Sono solo costoro a sudare come suini per argomentare tesi eteree? Sono solo Battiato e Pezzali a rifa’ sempre la stessa canzone? No, signori, no!! E Belpietro? No, dico, Belpietro dove lo mettiamo? Probabilmente insieme a Cicchitto. Quindi in posti da frequentare con cautela. E Rotondi? Vogliamo parlare di Rotondi? Vogliamo farlo evitando querele? Allora, perché farlo?… ci direte.

Il punto è che qui bisogna usare stessi pesi e stesse misure. Ogni giorno vediamo sfilare gli stessi volti, molto spesso agghiaccianti, di vassalli sguinzagliati in difesa dell’indifendibile, a sostegno dell’insostenibile. Di gente che rivendica il diritto di dire che, sì, Berlusconi era convinto che Ruby era la nipote di Mubarak! E certo! Perchè se pensi a uno ingenuo, viene subito in mente Berlusconi, quindi…

Ed è per questo che noi del Misfatto vogliamo rimettere le cose a posto! Vogliamo far gareggiare brani non diretti da Beppe Vessicchio ma scritti comunque da Berlusconi-Ghedini-Alfano celebrandone gli interpreti migliori. Anche nei loro accessori, come la capigliatura da opossum applicato sul cranio della Bernini (con supporter conforme alle spalle) o lo sguardo ammaliatore di Mario Sechi.

Scriveteci a redazione@ilmisfatto.it e votate il sondaggio e diteci chi, nella prossima settimana, si sarà distinto nell’inesauribile opera di giustificazione dell’ingiustificabile, di spiegazione dell’inspiegabile. Scriveteci, pubblicheremo le vostre argomentazioni e una raccomandazione: siate prudenti, per carità! Un abuso di Borghezio può causare danni irreversibili!

Giustificatori dell’ingiustificabile. Chi è il migliore?

View Results

 

da il Misfatto n° 51 del 20 febbraio 2011

L’articolo nel sito del Fatto Quotidiano
L’articolo di oggi di Luca Telese in risposta al Giornale (scusate per un’espressione come “il Giornale”)

Vacanze in Carfagnana

Scritto da RobCor in il Misfatto
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Quando il dramma è alle porte, bisogna avere rispetto. E la sofferenza di Mara, il suo essere combattuta, pretendono rispetto. Quel rispetto e quella comprensione che, come ha ricordato lei, si devono a una donna. Quel rispetto e quella comprensione per una donna che solo un uomo definito un maiale dalla moglie, famoso anche all’estero per il bunga-bunga, per Ruby Rubacuori, per Perla Genovesi, per Nadia Macrì, per Patriza D’Addario, per Noemi Letizia e per aver tentato delle avances anche con personalità estere, quel rispetto e quella comprensione per una donna che solo un uomo così può garantire. E anche stavolta il colloquio a due ha portato frutti. Mara ha fatto dietrofront. Era ancora nella stanza di Silvio quando, appena fatto dietrofront, s’è girata di scatto per evitare sorprese alle spalle. Ma la catarsi c’è stata. I dubbi e le incertezze sono stati sgomberati. E non ci sono voluti neanche i soliti tre giorni con cui Silvio, in genere, sgombera tutto, quando ha a che fare con dei Napoletani. Mara ha cambiato idea. Resta. Per lei Miss Pari Opportunità… continua! Ma non è stato facile rinunciare al suo amore per Italo e annunciare altre nozze, così, giusto per depistare, per buttarla in caciara. L’amore tra Mara e Italo era una cosa seria. Si sarebbero sposati ma un destino avverso gliel’aveva impedito fin dall’inizio e lei ne era ben consapevole. Diventare la signora Bocchino sarebbe stato obiettivamente un biglietto da visita… come dire?… un po’troppo esplicito per Mara Carfagna. E così, come già per i Montecchi e i Capuleti, le due fazioni opposte, le famiglie dei Finiani e dei Berlusconiani, hanno reso impossibile anche una frequentazione. Perché essere paparazzati dalla Mussolini, sinceramente, è un incubo in cui non riusciamo a immaginare nemmeno Fabrizio Corona. E è finita così. Con un ritorno all’ovile di Mara che ha un po’il sapore di quel sereno rientro nella propria dimora a cui, in quella notte del 1962, il Papa buono invitò i fedeli dicendo: “Tornando a casa, troverete i bambini” e aggiungendo sottovoce “il che vi sorprenderà se quando eravate usciti non c’erano.” Ma Silvio può tutto. Buon Natale.

Roberto Corradi

da “il Misfatto” n° 40 del 28 novembre 2010
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p.s. ma… che dite, lo vogliamo rimettere in moto ‘hodesto blog? Magari per Natale? Perchè pensavo a una cosa che mi piacerebbe fare…
Intanto un saluto a chi passa, a chi passava sempre e a chi non è passato più perché non sono passato più… anche io…

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