NANOVUNQUE

Scritto da RobCor in Filmati, Scialve, sciono Scilvio..
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Segnalazione dell’11 giugno

Questi cuccioli hanno disperato bisogno di aiuto. E entro giugno. Chiunque possa, pls, si adoperi. E grazie di cuore.

***

E’ovunque. E il volume di fuoco della presenza aumenta vertiginosamente. E ogni giorno di più. C’è da dire che qui non ci servivano scandali più o meno hard per alimentare un nutrito disprezzo verso l’individuo dai capelli de lana. Sarebbe magnifico e terribile vivere in quel mondo ideale degli avvochetighedini in cui il discrimen per la normalità e l’equilibio è il reato. Che cos’è un reato? Non è un reato telefonare a una sedicenne, naturalmente a seconda di quello che le viene detto.
Ma se è per questo non è reato nemmeno corteggiare una giraffa, cantare inni nazionali ricorrendo solo al rutto o andare in giro ad annusare chiappe e talloni ai grandi della terra, o anche ai piccoli, così… per simpatia.
Non è reato, poi, inserirsi in foto irreali. Anche se è cretino, volendolo fare, scegliere location di festicciole domestiche. Perchè allora non mettersi sulla Luna tra Armostrong e Aldrin, magari con le corna? O vicino a Wojtyla nel momento del “corigerete”, col medio alzato? Sai che figurone con gli amici del covo!
Ma non è questo il punto.
Il punto è… che non è reato.
Quindi, se non è reato, che problema c’è? Ecco, diciamolo: i reati non sono un problema. Non sono più un problema. So’passati de moda. E soprattutto non saranno il nostro problema con Berlusconi.
Nel 2009, dopo 15 anni di pioggia di nano ininterrotta, quello che rimane è un paese stuprato e rancoroso, spaccato a metà tra gente che odia altra gente, sconosciuti che fiutano altri sconosciuti per azzannarli, gente orgogliosa della sua idiozia e gente spaventata e circondata. Perchè tanto è talmente evidente da essere quasi ridicolo ripeterlo. Non c’è nessuno che non sappia cosa sia Berlusconi. Il punto è che una parte di mondo lo ama per le stesse cose per cui l’altra parte lo odia. Nella parte di mondo che lo ama si distinguono facce e movenze che da sempre rendono ostica la vita degli altri. Non necessariamente gli intelligenti ma semplicemente gli altri, gente normale con una vita normale, una capacità critica normale e uno spessore umano normale.
E invece lo trovi tutto lì, il mondo che lo ama, come a un raduno: quelli che ti fregano il posto, che passano avanti nelle file, quelli che vedono Maria de Filippi, quelli che vanno ai film di Natale di De Sica, figlio, e si fanno il suv anche se vivono in un paesino con le strade larghe un metro. Quelli che hanno un amico che mo gli telefono e vediamo che se po’ffa’, quelli che ti vogliono presentare il figlio perchè, non perché sia figlio a loro ma è un genio e ha fatto sei volte la prima perché i professori ce l’avevano con lui, quelli che toccano la panza a uno grasso, dicono che va bene l’estero ma l’Italia è sempre un’altra cosa, quelli che ammazza quant’è bona quella e il marito è sicuro un coglione.
Quelli che non vorremmo ci fossero. Ma ci sono. E la cosa peggiore che si potesse fare era rigonfiarli di tracotanza e dargli in mano il paese.
E per questo reato Berlusconi non pagherà mai abbastanza. E che qualcuno gli dia tutto quello che vuole, glielo metta in una valigetta e gli faccia trovare un elicottero sul palazzo coi documenti per l’espatrio e via a rifarsi una vita all’estero!
Montanelli non aveva sbagliato quando aveva detto che Berlusconi era come un vaccino. Stupidi noi che avevamo creduto che si trattasse di un vaccino… per bocca.

RobCor

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RITORNO AL TAPPONE

Scritto da RobCor in Filmati, Scialve, sciono Scilvio..
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E’una sensazione strana, come di un silenzio spaventoso dopo un bombardamento a tappeto. Un silenzio rotto solo da uno scricchiolio di un impero che credeva, questo sì, di essere invulnerabile e antisismico.
Veronica che più dell’unto che imprime se stesso parla di un bisunto che impressiona e spaventa, si accorge all’improvviso di vivere l’incubo di essere sposata con Al. Dopo decenni e prolificazioni, capisce di essere lì a collezionare anni che la restituiranno alla memoria del mondo, un giorno, laddove e semmai, solo come la moglie di. Lei che forse sognava una carriera di attrice. O forse no vista la repentina sparizione dalle scene come forse potè solo Maria Pia Gianporcaro, dicasi Gianporcaro, al momento di essere impalmata dall’esangue principe Ruspoli.
Mike. Mike che di punto in bianco realizza l’abominio. Trent’anni investiti erogando fedeltà a Berlusconi, o beatà ingenuità. Trent’anni a credersi non proprio al vertice, perchè al vertice c’era sempre lui, ma quasi. Un vicenano, potremmo azzardare. Poi in una volta sola, la realtà. Il nano non fa distinzioni. Tutti utili e nessuno indispensabile a chi ha già se stesso. E l’americano naturalizzato italiano a ottantacinque anni diventa australiano. E è particolarmente interessante, quasi da tragedia greca, osservare che quel mondo che ha alimentato il Nano, che ha fatto sì che Al Tapino diventasse Al Tappone, ora si sorprende nel vedersi compreso negli “altri”, nei gradini buoni solo per portare più in alto il vessillo più basso.
Momenti di inebriamento. C’è una parte di mondo che non ha avuto bisogno di accludere il nano ai propri “affetti”, che non ha dovuto prestare opera fedele pluriennale a qualcuno di cui poi ha dovuto rilevare la malignità. C’è una parte di mondo a cui è bastato guardarlo in faccia, con buona pace del torcicollo, per capire quello che poi era evidente. E’la parte a cui, maggioranza o no, per un momento vogliamo dedicare tutto. Perchè non può piovere sempre e non sempre dalle stesse parti.

RobCor

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