Giuseppe Pellizza da Volpedo, tra l’altro feroce sosia di Ascanio Celestini, ma di questo parlermo altrove, laddove e semmai, agli inizi del Novecento dipinse “Il quarto stato” per sottolineare il potere delle classi lavoratrici che emergevano, si facevano avanti e marciavano alla volta dell’affrancamento.
Ecco, devono ave’sbagliato strada. Forse passato il Brennero, chi lo sa. Perché quando dal peregrinare hanno fatto ritorno…le intenzioni ecumenicamente confortanti c’erano tutte (le intenzioni, però) ma i visi…erano altri. D’Alemi sostituiti da Bossi, Finocchiare cambiate in Brambille, Veltroni sostituiti da Berlusconi (e me viè bene qui che i cognomi so’già plurali) e via via…fino ad arrivare a Bonaiuti e Bondi. E su Bonaiuti e Bondi che invitano al dialogo con l’opposione che non ricorda più cosa è l’opposizione, escluso l’eroico Di Pietro, …si impone una profonda riflessione.
Forse in nostro soccorso arriva Guareschi che in “Don Camillo e l’on. Peppone” di fronte all’eccessiva disponibilità del parroco interpretato dal rimpianto Fernandel Contadin, diceva… “monisgnore, a che gioco giochiamo? Si ricordi che i comunisti siamo noi!”.
I film di Guareschi li passano praticamente una volta a settimana ovunque. Ecco. Forse dovrebbero passarli molto, molto di più.
E chi ha notizie su dove sia l’opposizione..ce lo faccia sapere. Istituiremo un numero verde che diventerà verde dalla rabbia dopo che gli avremo spiegato i motivi della sua istituzione. E via col mambo!

RobCor